La Via del Colore è il percorso che unisce luoghi e colore nelle illustrazioni di Ettore Tripodi lungo l’asta del Naviglio Grande.
— In questa elaborazione dell’intelligenza artificiale abbiamo voluto immaginare il “Castello” come apparirebbe se il progetto originario fosse stato concluso.
Villa Archinto
Com’era il progetto originale di Villa Archinto?
Quello che vediamo oggi però è una piccola parte del progetto originario che prevedeva un palazzo molto più grande, con pianta ad H e composto da quattro corpi di fabbrica collegati tra loro, imponente con un ampio giardino, diverse corti interne e due pontili di cui uno coperto per l’attracco delle imbarcazioni.
Fu mai completato il progetto?
La tradizione popolare vuole che la villa sia stata realizzata integralmente per una grande festa e in seguito demolita per riutilizzare i materiali in un altro palazzo Archinto, in via della Passione a Milano.
Ma una costruzione completa è sicuramente da escludersi. Abbiamo però a testimoniare che lo stato di avanzamento lavori era più avanti di quel che vediamo oggi, un dipinto nel salone della villa “Bassana” nel quale sono ben visibili tanto l’ala che oggi rimane, quanto un’ala simmetrica. Un’analisi locale del terreno svolta negli anni passati rivela altri elementi chiarificatori: il terreno su cui sorgeva la torre non più presente era cantinato e tutt’intorno sono stati trovati elementi architettonici abbandonati, capitelli, basamenti e tronchi di colonne.
Possiamo quindi supporre che in effetti la villa fosse stata portata ad un livello maggiore di costruzione e poi, in un secondo tempo, una parte sia stata demolita, sui motivi si possono avanzare solo delle ipotesi.
Per chi era Villa Archinto?
La famiglia Archinto, che già nella seconda metà del ‘500 possedeva diverse proprietà a Robecco, porta avanti nei due secoli successivi una chiara politica di acquisti tesa ad assicurarsi proprietà dell’area su cui sarebbe sorta la villa. Tuttavia sarà necessario aspettare il 1700 per vedere iniziare la costruzione. Il committente infatti fu probabilmente il Senatore Filippo Archinto, personaggio legato alla corte spagnola.
Chi ha progettato Villa Archinto?
Il suo progettista fu Federico Pietra Santa, originario di Abbiategrasso ed attivo tra il 1690 e il 1730, poco conosciuto ma con una personalità originale e ben caratterizzata.
Perché non si conclusero mai i lavori di realizzazione?
L’instabile situazione politica della Lombardia del secolo XVIII può aver influito in questa decisione: gli Archinto, vicini alla corte spagnola, con l’avvento degli Asburgo a Milano si allontanano dalla vita politica, viene a mancare la necessità di una residenza di rappresentanza quale doveva essere la villa di Robecco.
Altra ipotesi può essere legata alle vicende della famiglia stessa. Morto Filippo e il fratello Giuseppe vengono a mancare i committenti della villa; il figlio di Filippo, Carlo, si lamenta delle tante spese necessarie per “perfezionare le fabbriche”. E’ quindi probabile che Carlo avesse deciso di non investire ulteriormente denaro nella villa.
Oggi cos’è Villa Archinto?
Il blocco salvatosi passò in diverse mani e fu adattato a qualsiasi attività: abitazione, scuola, stalla, fienile, caseificio, officina meccanica, ecc. ma il suo fascino è rimasto immutato nei secoli.
E’ stata oggetto di restauri terminati nel 2007 ed oggi ospita la biblioteca comunale.